Condividiamo con voi le notizie belle, è giusto condividere con voi anche una notizia che mai avremmo voluto dare.
Abbiamo aspettato un attimo a scriverlo perché essere volontarie non significa abituarsi agli addii. Ogni addio porta con sé tanto dolore. Il Nonno era con noi dall'ottobre scorso quando, dopo quasi un anno di canile, abbiamo deciso di prenderlo in stallo con la sua compagna di vita, nonna Mia. Lei due mesi fa ha trovato la famiglia perfetta, lui è rimasto a casa con noi dove ormai stava bene ed era sereno. Fin da subito lui è apparso il piu fragile dei due, almeno fisicamente (perché caratterialmente invece era un figo pazzesco). La sua artrosi è andata via via peggiorando nonostante tutte le terapie che abbiamo tentato. Ormai c'era una componente neurologica per cui nulla si poteva fare. Abbiamo passato tanti bei mesi con lui. Finché ce la faceva, amava venire a spasso con noi. E non importava se gli altri dovevano rallentare i loro ritmi per stare al suo passo, il Nonno meritava rispetto. Poi le passeggiate, anche se brevi, sono diventate difficili per lui. Allora qualche volta andavamo in area cani dove poteva annusare mille odori senza spostarsi troppo. Ha partecipato anche a qualche nostro zampapomeriggio dove subito tutti lo riconoscevano e gli regalavano una carezza. Stessa cosa per chi passava qui a casa. Ma lui è il Nonno? E poi gli andavano incontro per non farlo affaticare e se lo coccolavano. Non sappiamo come ha passato la sua vita, ma sappiamo che era un cane fantastico. Amava la vita e quello che gli offriva senza mai lamentarsi. Tutti da lui avrebbero imparato il significato della parola Dignità. In nome della sua amata dignità abbiamo preso la decisione più difficile. Da oltre un mese ormai non era più possibile portarlo fuori. Faceva 3/4 passi , poi cedeva (tre zampe su quattro ormai fuori uso). Passava quasi tutto il tempo in cuccia, lo portavamo in braccio in giardino per i bisogni, arrivava piano piano in cucina (tre passi) quando mi sentiva prendere le ciotole. Non si alzava neanche per bere, troppa fatica. Ma noi ormai lo conoscevamo bene, e ce lo portavamo noi alla ciotola, allora si dissetava in quel modo particolare che solo lui aveva. Quando eravamo a tavola, lo aiutavamo a raggiuncerci perché sapevamo che gli piaceva stare nei paraggi in attesa di qualcosa che sempre arrivava. Probabilmente proprio perché amava ancora tanto mangiare, non siamo riusciti a prendere prima la decisione più triste. Qualche notte fa però la prospettiva è cambiata. Poco prima di mezzanotte, come sempre, scendo per portare tutti in giardino per l'ultima pipì . Trovo il Nonno sul pavimento, sdraiato nella sua pipì mentre si sforza invano di rialzarsi. Lo sguardo che mi rivolge, dice tutto. Lo lavo, lo rimetto comodo e lo tranquillizzo. Due ore dopo, dalla camera sento qualcuno lamentarsi, penso a uno dei piccoli che ogni tanto si lamenta nel sonno. Scendo giù e invece scopro che è il Nonno. Un pugno nello stomaco, mai l'avevo sentito lamentarsi. Gli cambio posizione, lo faccio bere e aspetto che si riaddormenti. Ci vorrà un po', mi guarda ansimando anche se non è caldo. E allora capisco quanto sono stata stupida. Non facciamo altro che parlare di benessere del cane, spieghiamo che a un cane non basta una ciotola piena e un divano per essere felice. E io cosa stavo facendo? Il Nonno mi vedeva uscire con gli altri, vedeva gli altri corrermi incontro, fare su e giù dal giardino, avvicinarsi a qualunque cosa, persona o animale li incuriosisse e lui, il più figo di tutti, poteva solo stare a guardare. Quanto mi stavo accanendo? Quanto stava soffrendo... La mattina dopo ho chiamato la veterinaria. Per lui ho scelto un addio in casa, nella sua cuccia, con i suoi odori e il suo mondo attorno. La veterinaria non ha avuto dubbi. La sofferenza era palese, le zampe quasi completamente rigide. Non posso dire che sia stato facile, il suo sguardo ancora non mi abbandona, soprattutto quello sguardo verso.di me nel momento in cui la veterinaria gli metteva il laccio emostatico (che tra l'altro lui, per non smentirsi, inizialmente ha scambiato per un premietto). Lì sinceramente ho vacillato un attimo, per fortuna c'era Cristina con me... Mentre la veterinaria gli praticava la prima puntura dell'anestesia, io gli davo i suoi premietti preferiti. Probabilmente non sarebbe servita neanche l'ultima iniezione, in pochi minuti se ne è andato. Sembrava dormisse, tanto era serena la sua espressione. Billy e Poch non hanno avuto particolari reazioni sul momento, mi ha stupito invece il gatto malefico, da sempre ostile per principio a qualunque cane. È rimasto nei paraggi tutto il tempo, lui che, come arriva in casa un estraneo, è solito eclissarsi, questa volta rimaneva a due passi da noi e dal Nonno. Quando noi ci siamo allontanate un attimo, lui è andato ad annusarlo: l'addio di un guerriero a un altro degno guerriero. Una delle prime persone a cui ho detto del Nonno è stata l'adottante della Nonna. Può essere uno dei soliti film mentali umani, ma proprio quel giorno la Nonna non aveva mangiato nulla e, se nei giorni precedenti, era arzilla e saltellava intorno a tutti, proprio quel giorno se ne stava triste in cuccia. Io sono certa che lei in qualche modo abbia capito. Anche in questa circostanza io non posso fare a meno di ringraziare. In primis tutte le persone della mia associazione, nessuna esclusa. Paola che ha smosso mari e monti per cercare una nuova terapia per poi darmi carta bianca nelle decisioni, Cristina che si è fatta due ore di macchina per starmi accanto e ha poi, con Claudio, dato una sepoltura da re al nostro nonnino, Roberta che da poco ha perso i suoi due cani storici, ma mi è stata comunque vicino a modo suo, Manu così sensibile ed empatica, Carol che seppur in vacanza ha tirato fuori una dolcezza unica per confortarmi, Linda, anche lei in vacanza, che ha trovato bellissime parole per noi, Giorgia che ha condiviso con noi le sue esperienze, Giampi che ha cercato di sdrammatizzare. Grazie alla veterinaria, umana e professionale allo stesso tempo, che nulla ha fatto per forzarmi ne' in un senso ne' nell'altro. Ma grazie anche a tutti voi che avete conosciuto e adorato il nostro nonnino. Probabilmente è stato amato nei suoi anni precedenti, ma con assoluta certezza vi dico che ha ricevuto tantissimo amore da tantissime persone anche in questi 9 mesi. Ora caro Nonno, corri finalmente felice e libero dal dolore, salutaci tutti i nostri cari amici, cerca la mia Milly e proteggila dai cani invadenti, cerca la dolce Luna per riposarti, gioca con tutti, ma soprattutto cerca Jake e andate a spasso a fare i fighi per tutto il paradiso dei cani, perché vi ci vedo proprio bene insieme, voi due a spaccare il mondo. Anche tu ti unisci agli altri che popolano il nostro cuore e lì resterai per sempre. Se mi chiedete se ne è valsa la pena adottare un cane anziano, vi rispondo con fermezza che è stata la decisione migliore che potessi prendere. È stato un onore e una gioia immensa stargli accanto, nella gioia e nel dolore. Ho scelto una selezione di foto per onorarti, nonnino mio, attimi di vita quotidiana che tra qualche tempo riusciremo a guardare con un sorriso malinconico invece che con gli occhi lucidi. Buon ponte caro Nonno
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Agosto 2024
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